Lo studio del target è fondamentale non solo per impostare la comunicazione, ma anche molto prima, quando ci approcciamo alla costruzione del nostro Brand.
Se non sappiamo a chi ci rivolgiamo, come è fatta questa persona, quali sono i suoi interessi, i suoi gusti, i suoi problemi, come possiamo definire il tono di voce, scegliere i colori e un’atmosfera, impostare degli obiettivi che la coinvolgano?
Queste buyers personas, che incarnano gli aspetti peculiari del nostro pubblico di riferimento, possono essere più di una, ma non dovrebbero comunque essere troppe. Più ci focalizziamo su una tipologia ben definita di persone, più semplice sarà individuare le caratteristiche del brand che vogliamo creare.
Io ho affrontato lo studio del target nel momento in cui ho capito che mi mancava qualcosa e ho deciso di affidarmi a Anna di P.iva nel Sacco. Con la sua consulenza “Brand in Frac” mi ha guidato alla dettagliata descrizione della mia cliente ideale.
Ne è uscito un racconto articolato, che tra l’altro mi sono divertita a scrivere, e che oggi ti lascio come esempio nel caso in cui volessi provare a creare il tuo cliente ideale!
La mia cliente ideale
1. Chi è?
La mia cliente ideale si chiama Cristina e ha 35 anni.
Vive in Umbria insieme alla sua famiglia, composta dal marito, Massimiliano, e dai due figli: Martina di 9 anni e Giacomo di 5.
Cristina, dopo il diploma turistico, ha lavorato per molti anni nel pastificio della sua famiglia a Reggio Emilia, ma quando è rimasta incinta di Giacomo, Massimiliano ha perso il lavoro e con i risparmi di una vita hanno acquistato una proprietà nella campagna umbra, che hanno trasformato in un piccolo agriturismo, che però lavora solo da aprile a metà novembre.
Oltre a continuare a fare la pasta fresca, più per diletto che per altro, e a dare una mano nel gestire insieme al marito l’attività, ha fatto della sua passione per la ceramica un lavoro.
Aveva frequentato un corso serale già a Reggio, ma poi la cosa era morta lì. Una volta trasferitisi in Umbria, aveva sistemato un capanno e lo aveva trasformato nel suo laboratorio, perché la sua idea è di crescere abbastanza da avere un’entrata tale per cui Massimiliano non avrebbe più dovuto fare il cameriere nell’albergo di Gubbio nei periodi in cui l’agriturismo è chiuso.
E ovviamente lo fa anche per la sua soddisfazione personale: il pensiero che in casa di perfetti sconosciuti possa esserci una sua creazione la galvanizza, le dà la sensazione di aver creato un legame. Ha cominciato a esporre qualche pezzo a qualche negozio locale ma vuole di più.
Com’é e cosa fa?
Cristina è una donna instancabile e abitudinaria.
Si alza tutte le mattine alle 5.50 per raccogliere le uova nel pollaio, preparare la colazione a tutta la sua famiglia e per i suoi ospiti e poi permettersi una lunga passeggiata nei boschi di castagno che circondano la proprietà.
Alta 1.58 m, ha sempre avuto forme generose che l’attività in campagna sta un po’ affusolando. Ha un sorriso aperto e profondi occhi neri. I suoi capelli ramati e ricci sono sempre stati il suo cruccio, ma anche il suo orgoglio. Li porta quasi sempre legati, perché Cristina è una persona pratica, ma quando ne ha l’occasione o anche solo quando vuole sentirsi bella, li scioglie. Sa che a suo marito così piacciono tanto!
Durante la sua passeggiata mattutina, si ferma a prendere il caffè dalla signora Rosa, una vecchietta che vive sola ai margini del paese. Non hanno bisogno di parlare, ma amano entrambe quei pochi momenti di condivisione.
Arriva fino al paese e dopo aver inspirato a fondo il profumo del pane che ama tanto, entra da Arturo, l’unico negozio del paese, e acquista pane e brioches fresche.
Alle 7.40, non più tardi, è di nuovo a casa, pronta a cominciare la giornata. Massimiliano è già impegnato nelle faccende quotidiane e a volte nemmeno si accorge che lei è tornata tanto è assorto. Cristina non ama essere ignorata e se non è lui a farlo, gli si avvicina e gli stampa un bel bacio sulla guancia.
È ora di svegliare i bambini e prepararli per il pullmino che passa alle 8.10 per portare prima Martina alla scuola elementare e poi Giacomo alla scuola materna (e non chiamiamolo asilo che poi si arrabbia!). Tirarli giù dal letto è una vera impresa ed è il momento che Cristina meno ama nella sua mattinata.
Dopo il trambusto di fai-colazione-lavati-la-faccia-non-dimenticare-i-denti-véstiti-la-cartella-è-pronta?-dai-che-siete-in-ritardo, finalmente i bambini sono pronti e li può accompagnare alla fermata del piccolo bus, guidato da Nanni.
Una delle cose che piacciono di più a Cristina del vivere in questi luoghi è che si conoscono tutti, è un po’ come stare in una grande famiglia. Quando abitava in città era diverso e spesso le capitava di sentire una solitudine che non sapeva spiegare. Adesso invece si sente parte di qualcosa ed è una bella sensazione. Un’altra cosa che non sopportava di Reggio era il viavai continuo e il rumore. Qui, quando ha un attimo di sconforto – e a volte capita perché comunque le cose da fare sono tante e i problemi non mancano – si ferma un attimo in mezzo al suo giardino, chiude gli occhi e ascolta lo stormire delle fronde. È così rilassante!
Certo, ci sono gli ospiti dell’agriturismo, ma per fortuna, a parte rarissimi casi, si è sempre trattato di persone a modo, che cercavano in quel posto la stessa tranquillità che cerca anche lei.
Cosa cerca Cristina?
Dopo le faccende domestiche, l’impegno degli ospiti quando ci sono (le piace fermarsi a chiaccherare con loro, consigliarli su cosa visitare) si rinchiude nel suo laboratorio, mette su il suo cd preferito con le arie delle opere più importanti e si dedica alla ceramica. Per fortuna suo marito la supporta e cerca di lasciarla il più possibile libera, provvedendo lui alle quotidiane esigenze dell’agriturismo.
Cristina sta sperimentando nuove forme e nuove tecniche di colorazione. L’ha spronata a creare qualcosa di nuovo Gina, la proprietaria della bottega di souvenir di Gubbio, dove ha cominciato a vendere qualcuno dei suoi pezzi. Avere una vetrina a Gubbio per le sue creazioni è una figata, però Cristina ha l’ambizione di arrivare a più persone ed è per questo che ha aperto il suo account su Instagram. Ora gli ordini hanno preso ad arrivare anche da più lontano. Ma ancora non le basta.
La pausa pranzo in genere consiste in uno spuntino leggero che condivide con Massimiliano. Con lui condivide anche il momento successivo in cui entrambi con i portatili in mano si dedicano alla ricerca e allo studio, lui della gestione dell’orto che vorrebbe rendere più grande e da cui vorrebbe ricavare verdura necessaria da poter essere venduta al mercato contadino, lei cercando spunti per far crescere la sua attività. Il suo sogno sarebbe quella di creare dei pacchetti della durata di un weekend, in cui le persone potrebbero soggiornare nel loro agriturismo, svolgendo poi con lei degli stage di ceramica. Le piacerebbe anche avere un suo angolo vendita nel piccolo podere, ma deve trovare il modo giusto di fare conoscere e sponsorizzare i suoi progetti.
Cosa le piace?
Verso le 15.30 del pomeriggio, Cristina si spruzza un po’ di acqua profumata ai fiori di Osmanto, si cambia d’abito, lascia i grembiuli, e indossato uno dei suoi abiti in morbida mussola, si avvia in paese in macchina per andare a prendere i suoi bimbi.
Vedrete raramente Cristina in pantaloni, se non quando deve fare qualche lavoro pesante. Lei adora la leggerezza delle gonne e veste più che altro abiti. La fanno sentire bene e fanno parte della sua concezione di femminilità. Ha trovato in paese una giovane sarta con cui si sono subito intese. La sua idea è: poche cose ma belle. In più il mondo delle persone che lavorano con le mani è sempre stato il suo mondo. Secondo lei questo è il vero valore aggiunto che possiamo dare alle “cose”.
Per quanto riguarda i colori, indosserà sempre e solo quelli che richiamano la terra e la natura: tutte le tonalità del verde e del marrone, oltre al blu del cielo. Perché non del mare? Mah, Cristina non ha mai avuto un gran feeling con le spiagge e sicuramente se deve andare al mare lo fa d’inverno, quando c’è poca gente in giro e l’acqua assume sfumature meno sgargianti.
Il pomeriggio, cascasse il mondo, lo passa con i suoi bambini, fra compiti, merende e capriole in giardino. Marta, una mamma che incontra tutti i giorni all’uscita della scuola elementare, le ha chiesto come mai Martina non fa danza e perché non ha iscritto Giacomo al corso di inglese che tengono in biblioteca. Su questo lei e Massimiliano sono sempre stati d’accordo: i loro bambini avrebbero fatto attività pomeridiane solo se lo avessero chiesto (con insistenza aggiungerei) e soprattutto solo dopo aver imparato ad annoiarsi a casa. Cellulari? Troppo presto. Cristina capisce il fascino che questi aggeggi esercitano (anche a lei capita di perdersi tra le foto di Instagram e i siti di ricette e viaggi) e non vuole demonizzarli. Ma ora è davvero troppo presto.
Se prima dell’ora di cena ha un momento libero, Cristina corre nel suo laboratorio a completare qualche pezzo, a infornare qualche piatto o a decorare le scodelle.
Ancora un po’ di lei, i suoi hobby, quello che ama
A cucinare in genere ci pensa lei, ma spesso Massimiliano la aiuta. Cristina sta pensando di diventare vegana, per ora è vegetariana. Non è una scelta che ha imposto a nessuno in famiglia, ma che tutti rispettano. La sua decisione nasce più che altro da una visione etica e di rispetto per l’ambiente. Per questo sta molto attenta agli sprechi anche alimentari.
Finita la cena, mentre sta sistemando la cucina, accende la televisione (a tavola si concedono ogni tanto qualche cartone animato per ridere insieme, ma non è la regola) e spesso spegne per il nervoso. Odia i bolletini di guerra e gli sproloqui dei politici che vede al telegiornale così come i talk show. Invece le piacciano i quiz, in cui può tentare una sorta di interazione, e i documentari.
Sono le 21 e la giornata volge al termine. Massimiliano si butta sul divano e nel giro di mezz’ora si addormenterà. A lei capita ogni tanto di addormentarsi nel letto di Giacomo mentre legge ai bambini una storia. Ma il più delle volte torna alle sue ceramiche oppure si appunta pensieri e idee per realizzare qualche pezzo nuovo oppure per una linea di prodotti da proporre a qualche trattoria. È capito più volte che superasse la mezzanotte senza nemmeno accorgersi. Poi inevitabilmente crolla.
Il sabato sera però Cristina e suo marito si accoccolano insieme davanti a un bel film romantico (dove magari si piange anche un po’) con bel bicchiere di vino rosso in mano.
Uscire a cena è quasi un miraggio, ma a volte, se non hanno ospiti in agriturismo e magari viene a trovarli nonna Elvira, la mamma di Cristina, si concedono una cenetta a lume di candela in qualche osteria sulle colline.
Il weekend in genere scorre un po’ più lento e Cristina cerca di ritagliarsi il tempo per leggere. Legge tantissimo, soprattutto storie d’amore. Spesso ha anche in mano una guida turistica e la si vede scarabocchiare appunti su un viaggio che ancora non possono permettersi, ma che è sicura prima o poi farà. Le piacerebbe visitare la Patagonia, perdersi nei grandi parchi degli Stati Uniti, scoprire l’Islanda o la Nuova Zelanda. Ha visto panorami mozzafiato sulle sue guide.
L’Asia la affascina a tratti, ma sicuramente non è tra le sue priorità. L’ultimo viaggio che ha fatto è stato in camper nel Parc Ela in Svizzera. Lo hanno fatto in compagnia di altre due famiglie di amici, gli stessi che invitano ogni venerdì sera a cena: ognuno porta qualcosa, s’intende. Si sono conosciuti da poco, ma sono tante le cose li accomunano a partire dal fatto di vivere in quel posto sperduto e di amarne pregi e difetti.
Oltre a loro Cristina ha un’amica del cuore, Patrizia, che abita ancora a Reggio Emilia, ma che sente regolarmente soprattutto se ha bisogno di confidarsi con qualcuno. Parlare con lei la rasserena e rende più chiari i suoi pensieri.
Il sabato, se non hanno ospiti, anche Cristina si concede di poltrire un po’ a letto. Poi, portati a termine gli impegni casalinghi, la famiglia al completo va alla ricerca di mercatini dell’usato o vintage per trovare qualche pezzo da sistemare in casa per renderla ancora più accogliente e interessante. Certo hanno gusti difficili e spesso tornano a casa a mani vuote, se non fosse per qualche cianfrusaglia che scovano i bambini e di cui si innamorano. Il loro agriturismo è semplice, ma caldo. Ha uno stile un po’ country e, se non fosse che è anche un’esigenza economica, il loro arredamento si potrebbe definire shabby chic: sedie spaiate, tavoli in legno massello, pochi soprammobili ma dall’aria vissuta. Sembra un’accozzaglia di cose, ma in realtà è tutto molto studiato, Cristina ama i dettagli e lascia poco spazio al caso.
In primavera si dedica alla cure del giardino e dei suoi fiori. Coltiva fiori semplici, che poi fa seccare e sistema in casa in semplici brocche fatte da lei.
La domenica, dopo la consueta passeggiata mattutina, Cristina lascia tutti a dormire e si chiude nel suo laboratorio. A volte rimane semplicemente lì a guardare ciò che ha creato con le sue mani, a volte si rimbocca le maniche e parte in quarta con la sua produzione.
Il pomeriggio invece è dedicato completamente alla famiglia: ai giochi, ai compiti, alla lettura di fiabe, a qualche film d’animazione o anche semplicemente a fare una bella torta insieme.
La sera della domenica Cristina va a letto presto: sa che la settimana che l’aspetta sarà impegnativa e lei vuole avere le forze giuste per affrontarla, per quanto riguarda le motivazioni sa di averne a sufficienza.
In realtà il lavoro sul cliente ideale è ancora più lungo e complesso.
Non ti tedio con tutta l’analisi dei suoi bisogni, del budget che ha a disposizione, di come posso intercettarla.
Ma sappi che se vuoi fare un lavoro fatto come si deve, questi sono gli spunti che devi seguire 😉
Spero che il racconto ti sia piaciuto e ti possa essere di aiuto nella “creazione” del tuo cliente ideale.
A presto